Amo la danza. Danzare è vivere con maggiore presenza e pienezza co-creando a braccetto con la Vita, creando ponti tra l’esperienza vissuta nello spazio sicuro e protetto del gruppo e della danza, nella danza con la Vita, dove inizia la vera pratica…
…Contattare la Danzatrice che mi abita, è stato e continua ad essere, un processo di profonda guarigione, nella relazione con me stessa e con la vita, in tutte le sue manifestazioni.
Nella danza ho finalmente trovato il silenzio... quando la mia mente si focalizza e si rilassa nel respiro, nel corpo, il corpo è libero di esprimersi nel movimento, il cuore può espandersi e sentire, e nasce il silenzio. Semplice presenza nel qui e ora. Musica, respiro, danza. Sono innamorata di questa pratica anche per l'incredibile facilità nel creare connessione tra le persone, facendo emergere un naturale senso di gratitudine e gioia.
Nella mia storia personale, danzare ha significato tornare a casa nel mio corpo. Abitarlo cellula dopo cellula e piano piano scoprire che era un posto sicuro dove stare, la mia casa in questa vita terrena. Abitarlo da dentro e imparare ad ascoltare la sua intelligenza profonda, i suoi messaggi, il suo peculiare modo di comunicare, creando gradualmente una relazione di fiducia tra di noi. Riconosco la sua grande intelligenza e resilienza, la capacità di adattamento e il suo andare verso la guarigione.
Ho un anima sognatrice ed estremamente sensibile, con un grande senso di giustizia sociale e nel cuore il sogno di un mondo migliore, più equo e sostenibile per tutti. Nel passato era difficile trovare un'azione coerente in questa direzione, sopraffatta e impaurita dalla vita, anestetizzavo il sentire presente, attraverso varie dipendenze da sostanze, persone, cose. La danza mi ha sostenuta nel trovare le risorse per sentire il mio cuore, le emozioni che lo abitavano, affidandole al ritmo, al movimento, alla danza. In un’azione contemporanea di pulizia di storie vissute e respirate, personali, familiari, collettive e di maggiori risorse interiori ed esteriori: situazioni e persone che mi hanno fatto da specchio e chi mi hanno aiutata a ricordare chi sono, non quello che mi avevano detto di essere e che credevo di essere e a manifestare con gioia e coerenza nel mondo la mia essenza profonda, leggera e giocosa, connessa all’energia vitale che mi abita, che è la vita e che nella sua essenza è movimento.
"Vi è una vitalità, una forza vitale, una favilla che attraverso di noi si traduce in azione, e poiché ciascuno di noi è unico nel tempo, questa espressione a sua volta è unica. Se la blocchiamo non esisterà mai attraverso altri mezzi, e sarà perduta. Il mondo ne verrà privato.
Non sta a noi determinarne la qualità, né confrontarla con altre espressioni: il nostro compito è quello di mantenere aperto il canale".(Martha Graham)
Sono una persona curiosa, mi piace andare oltre la spiegazione convenzionale della vita e il bisogno di dare delle etichette che possono divenire restringenti per la complessità della realtà. Amo la danza perché permette a tutti di comunicare e di incontrarsi nella propria unicità e diversità, nel linguaggio universale del ritmo, un contenitore più grande dove ognuno può immergersi per scoprirsi, ricordarsi, rivelarsi ed entrare in contatto con se stesso, con gli altri e con la vita. Riconosco e amo la bellezza della mente e dei mondi nuovi che possono essere creati, quando la mente è al servizio della vita.
“In questa vita hai una parte da giocare: non è una piccola parte, non è una grande parte, è la tua parte e se la giochi la tua vita avrà un significato più profondo di quello che sognavi. Insieme siamo un genio”.
(Lynne Twist – fondatrice della Pachamama Alliance)
Il prendermi cura degli altri è parte del mio DNA, forse perché prima di cinque figli (onorando anche il sesto che era prima di me e non è nato). Ho lavorato venti anni come infermiera e amato molto il mio lavoro.
Seguendo un sogno d'infanzia, mi sono avvicinata al mondo delle organizzazioni non governative e tra le varie esperienze in paesi a risorse limitate, quella in Brasile dove ho vissuto e lavorato per un paio di anni nel 2001 e 2002, si è rivelata un’esperienza estremamente ricca che ha cambiato profondamente la mia vita e le scelte successive.
Dal prendermi cura di chi stava male al dare risorse alle persone per stare bene, per promuovere la salute, a livello individuale e collettivo, attraverso una pratica, la Movement Medicine, che è per tutt@.
Qualsiasi condizione fisica, mentale e emotiva è benvenuta nello spazio che creiamo insieme per danzare.
La mia offerta è radicata in principi inclusivi, antirazzisti e anticolonialisti, con un intento liberatorio e sostenibile per la persone, la collettività, i nostri antenati e le nostre antenate, la rete della vita in questo nostra cara terra e il mondo invisibile.
PER NOI E PER TUTTE LE NOSTRE RELAZIONI
Formazione ed esperienza lavorativa
Infermiera – Counsellor Sistemico iscritta all’AIPO (Associazione Italiana Professioni Olistiche). Formata con le Costellazioni Familiari con Attilio Piazza.
Insegnante certificata di Movement Medicine, con formazione di approfondimento per lavorare con le emozioni, il SEER process, Rituali e Initiation. Membro della School of Movement Medicine Association e ne seguo il codice etico.
Ho lavorato per venti anni nell’Ospedale Ca’ Foncello di Treviso, tra Neurochirurgia, Neurochirurgia Terapia Intensiva e Sala Operatoria. Ho partecipato a progetti di cooperazione internazionale e di formazione in Etiopia, Brasile, Kenia, Sri Lanka, Mozambico, Egitto.
Dal 2006 lavoro con Medici Senza Frontiere, inizialmente in progetti all’estero e in Italia e dal 2009 nella sede italiana di Roma, ho iniziato come Training Officer e negli ultimi dieci anni come Career Manager.
Con Ubuntu in Movimento APS assieme ai soci fondatori, ho voluto creare uno contenitore agile ed efficace per diffondere la pratica della Movement Medicine.
«UBUNTU», nella cultura Xhosa del Sud Africa, significa: “lo sono perché NOI siamo”, celebrando le differenze e onorando la comune umanità.
Viviamo un periodo storico di grandi sfide e crediamo che una delle vie di uscita sia creare collaborazioni, tra persone, associazioni, istituzioni, lavorando e collaborando in rete, ognuno con la propria specificità, perché crediamo con fiducia che un mondo più equo e sostenibile per tutti si possa creare insieme, integrando saperi, culture e tradizioni antiche con le nuove scoperte della scienza.